A volte, per parlare meglio in inglese dobbiamo perfezionare anche il nostro italiano. Sul percorso verso il proprio auto-miglioramento, parlare bene è un obiettivo che non può essere trascurato. Il modo in cui parli – in italiano, in inglese o in qualsiasi altra lingua – è un’enorme componente dell’impressione che fai agli altri, e quindi dell’influenza che puoi avere su di loro. Per quanto potremmo considerarlo sbagliato, la gente si farà un’idea sul tuo livello di educazione, di intelligenza e sulla tua personalità basandosi semplicemente sul tono della tua voce e sul modo in cui ti esprimi.
Parlare bene comprende diversi elementi:
- creare frasi equilibrate
- essere dettagliato, ma chiaro nelle spiegazioni
- utilizzare un vocabolario ricco e vario
- parlare in maniera comprensiva (senza balbettare)
- avere un buon tono, ritmo e intonazione (non avoce troppo alta, né veloce o monotono)
- essere sciolti e scorrevoli
- essere in grado di spiegarsi facilmente
- essere diretti
- essere attento alle esigenze di chi ascolta
- minimizzare i riempitivi e gli intercalari.
Nel nostro corso di inglese Code-Switching, insegniamo a porre attenzione a molti di questi elementi per migliorare la nostra fluidità in inglese, ma oggi ci focalizzeremo sull’ultimo punto della lista: rimuovere i riempitivi “mmh” e “uhm” mentre si parla, sia in italiano che in inglese.
Cos’è un riempitivo? I riempitivi, o intercalari, consistono in parole o suoni che, appunto, “riempiono” il parlato senza aggiungere un preciso significato che arricchisca la frase. Un esempio nella lingua italiana è il classico “cioè”, oppure anche “tipo”, “insomma”, “allora”. In inglese, invece, abbiamo “you know”, “I mean”, “well” e anche il frequentissimo “like”. Ma i riempitivi più comuni, presenti praticamente in tutte le lingue, sono “mmh” e “uhm”. Per molti, equivalgono a “virus verbali” che intasano il parlato di chi non è abbastanza educato o preparato. Per questo, molti esperti di public speaking raccomandano di impegnarsi nel ripulire i propri discorsi da questi fastidiosi riempitivi. La verità, però, è che quasi tutti usano queste “pause riempitive” mentre parlano, nella propria lingua madre ma soprattutto in inglese o in altre lingue straniere. Sono una parte naturale del parlato e probabilmente esistono da quando esiste la lingua. In situazioni informali, come una chiacchierata con gli amici, le persone tendono a filtrarle e quasi a non farci caso. Diverso è invece se ci troviamo in situazioni formali, come potrebbe essere un discorso in pubblico o una conversazione professionale.
L’appropriatezza di “mmh” e “uhm” di solito dipende dal ruolo sociale ricoperto da chi parla e dallo scopo per cui si sta esprimendo. I ricercatori hanno scoperto che la gente si aspetta che chi fornisce consulenze professionali o chi esprime opinioni competenti in TV, o in una posizione di autorità, usi pochissime pause riempitive, se non nessuna. Per esempio, ti accorgeresti facilmente se un cronista sportivo usasse un “mmh” all’inizio di ogni commento. Persino Obama è stato bonariamente preso in giro nei late night show per le pause con cui inframmezza le sue risposte.
Usare queste pause vocali troppo spesso toglie tutto l’impatto e l’espressività alle tue osservazioni. Per questo, anche se non è un gran problema usarle nelle conversazioni tra amici, quando si incontra qualcuno per la prima volta – e durante un colloquio di lavoro, in presentazioni aziendali o in discorsiformali e simili – avrai bisogno di ridurre al massimo i tuoi riempitivi. E questo è vero sia per la lingua inglese, ma anche per la tua lingua madre.
Al contrario di quanto si pensi, non c’è una vera correlazione tra queste pause vocali e i nostri livelli di ansia – né di qualsiasi altro stato emotivo. Per esempio, non noterai grandi differenze nel loro utilizzo tra quando stai parlando a un estraneo e quando parli alla tua fidanzata. I motivi alla base di queste pause riempitive sono molto più velati e interessanti. Ecco alcune teorie basate sulle ultime ricerche in ambito linguistico:
- Le pause riempitive indicano che chi parla è “in difficoltà”. A volte lo facciamoapposta, per segnalare che ci serve un attimo per ricordarci le parole esatteche dovremmo o vorremmo usare. Quando si parla una seconda lingua con cui si hapoca dimestichezza è frequentissimo, e spesso ci sentiamo anche giustificati nelfarlo. Ma se vogliamo parlare meglio in inglese, dovremmo lavorare di più sullalingua, senza essere approssimativi. Soprattutto dovremmo imparare meglio apensare in inglese, perché questi “mmh” e “uhm” si palesano quando tentiamo dipensare e parlare contemporaneamente.
- “Uhm” e “mmh” indicano che abbiamo ancora qualcosa da dire. Quando sai che hai altro daaggiungere, hai spesso bisogno di un momento per pensarci. Una semplice pausapotrebbe farti apparire del tutto perso, o potrebbe fornire a qualcunol’opportunità di toglierti la parola. Le pause riempitive servono a dire aituoiinterlocutori: “È ancora il mio turno, non interrompetemi”.L’insospettabile assertività alla base di queste pause vocali spiegherebbeperché gli uomini usino più “uhm” e “mmh” rispetto alle donne.
- Potrebbe essere un grido d’aiuto. A volte ciò che programmiamo di dire o direcuperare dalla memoria resta proprio sulla punta della lingua. Un “uhm” benassestato può servire come richiesta di aiuto da parte dell’interlocutore, chepuò così intervenire e fornirti il tassello mancante.
- Sono indice della nostra insicurezza sull’argomento. Quando si cerca di rispondere a una domanda di cui non siamo certi della risposta, usiamo molte più pause riempitive. Al contrario, più siamo sicuri che stiamo dando la risposta corretta, meno “mmh” e “uhm” useremo.
- “Uhm”: stai cercando la parola giusta. Più siamo preoccupati di come ci stiamoesprimendo e di come esprimerci al meglio, più sfrutteremo gli “uhm”. Paradossalmente,chi ha un vocabolario più ampio e conosce un maggior numero di termini, tende ausare più pause riempitive. È la ragione per cui chi ha studiato inglese per annie conosce centinaia di migliaia di vocaboli, ha l’imbarazzo della scelta, ma sisente bloccato e finisce con l’esprimersi quasi peggio di chi conosce menoparole, ma è di contro più fluente e deciso.
Code-Switching aiuta proprio a sbloccarsi e a sentirsi più a proprio agio nello scegliere la parola giusta e nelparlare meglio in inglese in maniera istintiva.
Anche se non è necessario – per alcuni linguisti non è neppure auspicabile – eliminare del tutto gli “uhm”e gli “mmh” dalle normali conversazioni, per parlare meglio in inglese sentirai il bisogno di minimizzare queste pause vocali, soprattutto in contesti formali e professionali, nei quali le pause possono distrarre, irritare o addirittura sollevare dubbi sulla tua onestà. Possono persino danneggiare la tua autorevolezza, veicolando il messaggio che non sei sufficientemente preparato sull’argomento o che non rispetti così tanto il tuo pubblico da esserti preparato adeguatamente. Non è questa l’impressione che vuoi fare quando ti esprimi, né in inglese né in italiano, giusto?
Se vuoi parlare meglio e con meno pause riempitive, ecco a te alcuni consigli:
Limita le distrazioni, e al bando la paura di sbagliare. Gli “uhm” e gli “mmh” indicano il gap tra la pianificazione e l’espressione. Qualsiasi cosa si aggiunga al tuo carico mentale mentre parli aumenterà la necessità di pause. In particolare, la paura di sbagliare, di fare una figuraccia o di scegliere una parola non adatta aumentano il tuo carico mentale e costituiscono un muro invalicabile. Chi ti ascolta preferirà una parlantina più veloce e fluida anche se meno precisa, piuttosto che un discorso degno di un testo scritto ma pieno zeppo di pause e riempitivi. Respira, concentrati esclusivamente su ciò che vuoi dire e, se capita, sbaglia pure!
Non mettere le mani in tasca. Diversi studi hanno dimostrato che più le mani sono bloccate, più riempitivi si usano, perché i gesti ci aiutano a sentirci più sicuri di ciò che stiamo dicendo. E noi italiani in questo siamo maestri. Impieghiamo questo vantaggio comunicativo non per essere più chiari, ma per incrementare la nostra sicurezza.
Preparati rigorosamente. Se sai che dovrai tenere una presentazione in inglese, sostenere un colloquio in lingua o incontrare un cliente estero, non tralasciare studio e preparazione. Le informazioni saranno fresche nella tua memoria e non avrai bisogno di (molte) pause riempitive per recuperarle quando ti serviranno.
Due ulteriori consigli per riuscirci:
- Meno è limitato il numero di argomenti che puoi trattare, più è probabile che userai le pause vocali. Pertanto, minimizza gli argomenti di cui parlerai e attieniti il più possibile alla scaletta.
- Concentrati sulle transizioni e pianifica in anticipo come passerai da un argomento all’altro (se vuoi, puoi anche prendere degli appunti e sbirciarli durante la presentazione).
Racconta una storia. Generalmente usiamo pochissimi “mmh” e “uhm” quando ci facciamo trascinare dalle storie, persino quelle che stiamo raccontando noi. Parlare meglio in inglese raccontando una storia comporta non soltanto usare meno riempitivi, ma anche essere più persuasivi, convincenti e coinvolgenti.
Guarda in faccia il tuo interlocutore, se puoi. Al telefono l’uso di pauseriempitive aumenta.
Usa frasi semplici e brevi. Da italiani abbiamo la convinzione che parla meglio chi utilizza un linguaggio articolato e complesso. I britannici – e soprattutto gli americani –sono di tutt’altro avviso. Anche nel linguaggio scritto, apprezzano chi sa andare dritto al punto. Più le frasi usate sono corte, maggiormente chi parla apparirà convincente e sicuro di sé. Per ridurre la lunghezza delle tue frasi:
- Opta per semplici frasi dichiarative. Lasciastare inutili congiunzioni e subordinate.
- Evita tutti i riempitivi come “tipo”, “cioè”, “allora”, “in pratica”, ecc. Se non porta valore e significato a ciò che vuoi dire significa che non è utile.
- Per parlare meglio, in inglese ma anche in italiano, evita espressioni cautelative come “forse”, “se non sbaglio”, “non vorrei sbagliarmi”, “credo”, “probabilmente”, “non sono sicuro, ma…”. Sia le espressioni cautelative che le pause riempitive sono spesso usate per ammorbidire il discorso quando abbiamo paura di sbagliare o vogliamo procedere con prudenza. Di solito sono utili se vogliamo apparire diplomatici, ma spesso è meglio essere semplicemente diretti e assertivi.
Se nessuna delle tecniche menzionate per minimizzare i tuoi “mmh” e “uhm” funziona, c’è ancora una cosa che puoi fare per sembrare più eloquente: concentrati sul rendere rilevante ciò di cui stai parlando. In una ricerca effettuata su studenti universitari, sono stati creati tre gruppi a cui far ascoltare delle registrazioni con e senza pause riempitive. Al primo gruppo i ricercatori hanno chiesto di focalizzarsi solo sul contenuto del discorso, al secondo di focalizzarsi sulla forma e il terzo – il gruppo di controllo – non ha ricevuto nessuna indicazione. Chi aveva indicazioni di doversi focalizzare sulla forma ha notato le numerose pause presenti nella registrazione, mentre chi doveva focalizzarsi sul contenuto le ha filtrate e notate a mala pena.
Il nocciolo dello stigma sulla parlata piena di “uhm”e “mmh” è proprio in questo. Se, ascoltando qualcuno, ti accorgi dei suoi “mmh”, probabilmente è perché la tua attenzione è passata dal contenuto del suo discorso alla sua forma. E il motivo per cui l’hai fatto è che probabilmente il contenuto non era così interessante e meritevole di attenzione. Per parlare meglio, in inglese e in italiano, devi sforzarti di focalizzarti sulla sostanza, e non sulla forma.