Ricercare Per Imparare è una scuola di lingue differente da quelle tradizionali. Ciò che la distingue non è solo l’approccio didattico ma anche la finalità dei corsi che essa propone.
“In questa scuola – spiega Frau Zorzenon, sua fondatrice – non ci limitiamo a insegnare le lingue. Il fine ultimo del nostro lavoro è lo sviluppo del bilinguismo, vale a dire quella capacità di parlare una seconda (o terza) lingua con la stessa naturalezza e spontaneità alle quali siamo abituati con la nostra lingua madre. Il cosiddetto “parlare di pancia e non di testa” che si verifica nel momento in cui non sei più tu che devi tirare fuori le parole a fatica ma sono queste a uscire da sole, e in modo automatico e istintivo.”
D’ispirazione montessoriana, il metodo che fa da supporto alla scuola segue un approccio che la sua stessa creatrice, Frau Zorzenon, definisce “naturale” perché rispetta la naturale fisiologia del corpo umano e riporta a galla quella potenzialità che da bambini, in modo del tutto spontaneo e naturale, ci ha permesso di imparare la nostra prima lingua semplicemente osservando e ascoltando ciò che accadeva intorno a noi, e dunque senza che nessuno ci spiegasse la grammatica. Il risultato è un metodo che, anziché partire dallo studio della grammatica, agisce sin da subito sui quei fattori che sono chiave per lo sviluppo del bilinguismo, pensiero e suono, i quali una volta stimolati permettono a chiunque – qualsiasi sia la loro età o livello di partenza – di ottenere con facilità e in poco tempo risultati anche superiori al canonico C2.
Come fa notare Fabrizia Zorzenon, ricercatrice e co-fondatrice della scuola, “in Italia è invece diffusa la convinzione che studiare una lingua straniera sia un’impresa ardua, un qualcosa che richiede molte energie, molte ore di studio (se non anni). Una cosa che, tutto sommato, è per quei pochi che si dice siano naturalmente portati per le lingue. Ovviamente questa convinzione è totalmente infondata. Come sosteneva infatti Noam Chomsky già negli anni 50, per l’essere umano studiare una lingua straniera è una delle cose più facili che ci sia. Solo che il modo con cui queste vengono proposte nella scuola italiana, come nei vari istituti privati, è tale che invece di favorire l’apprendimento della lingua lo ostacola completamente, creando quel senso di frustrazione e desolazione che oggi è un po’ all’ordine del giorno fra la stragrande maggioranza degli studenti”.
Ed è proprio su questo punto che Frau Zorzenon e Figlia è ormai anni che si stanno battendo. Come spiegano sul sito della scuola, le lingue sono un’opportunità alla portata di tutti e il bilinguismo non è solo facile da raggiungere ma è anche un obiettivo per il quale ci vuole davvero poco tempo (si parla di 24/26 settimane per la lingua inglese), anche si è over 50 e se si parte da zero.
“Ovviamente – continua Fabrizia – per innescare il bilinguismo occorre agire sulle giuste leve, che non sono quelle grammaticali. Nello studio di una lingua straniera, la grammatica non può essere infatti il punto di partenza; semmai questa è solo l’ultima ruota del carro. Per mettere uno studente nelle condizioni di parlare una lingua di pancia occorre innanzitutto educarlo a pensare in quella lingua e ad apprezzarne i suoni di cui essa si compone. Il suono inglese, ad esempio, viaggia all’interno di una banda di frequenze molto più ampia rispetto all’italiano – si arriva addirittura ai 20.000 Hertz contro i 4.000 della lingua italiana – e se tu non educhi il tuo orecchio a lavorare su queste frequenze diventa fisiologicamente impossibile per la tua laringe riuscire a riprodurle. Di queste cose si parlava in America e Francia già quarant'anni fa; purtroppo però, forse proprio a causa di questa barriera linguistica, queste informazioni non sono da noi mai arrivate, tanto che in Italia si continua a studiarle le lingue con metodi che non sono adatti al fine”.
Di questo e molto di più si parla nel fascicolo “Non è mai tardi per diventare bilingue”, dal quale emerge in modo chiaro la missione di Frau Zorzenon e della sua scuola di lingue: “Per noi, inglese e tedesco sono innanzitutto un mezzo per educare lo studente al plurilinguismo e per fornirgli un metodo che gli consenta, da autodidatta, di fare propria una qualsiasi lingua”.
Questo è quello che offrono Code-Switching e Tedesco Montessori, due corsi che nel corso degli ultimi otto anni hanno aiutato centinaia di studenti da tutta Italia a comprendere che il bilinguismo, se lo si desidera, è davvero dietro l’angolo.